GIORDANO PELLEGRINO
Difensore
Nato a Roma il 31 gennaio 1986
Esordio in A: -
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2000-01 |
LAZIO |
A |
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0 |
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2002-03 |
LAZIO |
A |
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Dic. 02 |
LIVINGSTON |
A |
0 |
0 |
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2003-04 |
FIORENTINA |
B |
0 |
0 |
0 |
0 |
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2004-05 |
ALESSANDRIA |
Ecc. |
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(legenda)
«Non avete pulito gli scarpini dei vostri due compagni argentini. Siete in punizione». Giordano Pellegrino, difensore centrale, e Alessandro Cosimi, portiere, giovani laziali “fuggiti” in Scozia a caccia di fortuna, si sono guardati negli occhi increduli. Non perché dovessero pulire gli scarpini: nel calcio inglese e scozzese questa è una tradizione e David Beckham, tanto per scomodare i più grandi, da giovane calciatore li puliva a Bryan Robson. Il problema era un altro: il problema era che, non prendendo un pound di quelli stabiliti da contratto, i due ragazzi si erano fatti sentire. E quella pressione aveva dato fastidio ai dirigenti del Livingston, la società scozzese di Premier League dove erano arrivati riponendo tutte le loro speranze di giocare al calcio. E quella storia tirata fuori dal manager James Leishman, quella degli scarpini da pulire, non era altro che strumentale. «Perché noi gli scarpini li avevamo sempre puliti, ogni giorno prima degli allenamenti - racconta Alessandro Cosimi - ma nessuno ci aveva detto di farlo prima di una partita. Era la prima volta che ci capitava». Così Giordano e Alessandro hanno raggiunto i due compagni argentini in questione (anche loro fuori rosa) e si sono messi a palleggiare nel campo accanto a quello di gioco: puniti.
Diciassette anni, alle spalle uno scudetto con i Giovanissimi della Lazio, davanti probabilmente un bel futuro, in quel momento, Pellegrino e Cosimi hanno capito che il sogno scozzese colorato di sterline facili e gloria a portata di mano, stava diventando un incubo molto diverso da come glielo avevano prospettato.
Giordano Pellegrino si è tolto la maglia della Lazio a settembre del 2002. Ha girato dal Monaco, al Chelsea, al Southampton. Poi si è fatto male a una caviglia e, una volta guarito, è arrivato a Livingston. Il tempo di ambientarsi, quindi la telefonata all’amico del cuore. «Alessandro vieni qui, è una favola». Alessandro ha parlato al papà, Francesco, e il 25 gennaio hanno preso insieme l’aereo dei sogni. Nemmeno una parola alla Lazio, con cui giocavano da quando erano bambini. Via in silenzio, proprio come Pellegrino.
Il sogno, però non è mai cominciato. E quando la voce del manager James Leishman ha tuonato forte, «puniti», Alessandro ha detto al padre: «Portaci via da qui». Francesco Cosimi aveva deciso di prendersi un periodo di pausa dal lavoro per stare vicino al figlio e, nella casa di Livingston aveva portato anche Giordano Pellegrino, prima ospite da una famiglia locale. Un rapido consulto, poi la decisione: repentina, irrevocabile. Via, un’altra volta. Ma stavolta per dove? Il 18 marzo Francesco Cosimi è salito con il figlio Alessandro e Giordano Pellegrino sull’aereo che da Edimburgo li ha portati a Londra e da Londra a Roma. Fine del sogno. Ma questo sogno che colori aveva? Un contratto da professionisti fino al 2005 a 1.600 sterline a settimana: lorde sembra, altro aspetto venuto fuori ora. Lorde o nette, Giordano Pellegrino e Alessandro Cosimi quelle sterline non le hanno mai viste. Come gli sponsor promessi, come la scuola («per voi non c’è posto nel college»). Ad un certo punto, dopo cinquanta giorni, sono arrivate 700 sterline con un messaggio: «Sono le uniche e le ultime che prenderete». Quale era stato il problema vero? Il fatto che la Lazio, sorretta in maniera sacrosanta dai nuovi regolamenti Fifa, dopo aver concesso il transfert al Livingston, aveva chiesto l’indennizzo previsto per ogni giovane di serie che si trasferisce. La cifra? Sembra 60.000 sterline per ciascuno dei due ragazzi, considerati talenti assoluti in prospettiva. Il Livingston, che si aspettava la metà della somma richiesta, ha scelto la strada di scoraggiare le due giovani promesse.
Ora Giordano Pellegrino è in prova alla Fiorentina e con la Lazio non si è fatto più sentire. Alessandro Cosimi vuole provare a tornare “a casa”. Il contratto scozzese li ha trasformati da giovani di serie, a professionisti a tutti gli effetti. Quindi chiunque li intenda tesserare (e solo dal 1° luglio 2003 in poi) potrà farlo dopo una rescissione consensuale del contratto con gli scozzesi e poi dovrà far loro sottoscrivere due contratti da professionisti (il minimo federale per i club di A si aggira sui 25.000 euro lordi, circa 17.000 netti). In più c’è la Lazio che attende l’indennizzo dal Livingston. «Siamo pronti a discutere con i ragazzi, a valutare l’ipotesi di riprenderli con noi. Certo, per la società questo è stato un doppio danno», dice il direttore sportivo biancoceleste Cinquini.
Giordano, Alessandro il sogno è finito. Provate a parlarne ai vostri compagni, a chi ogni tanto si fa catturare nella rete dei guadagni grandi e facili e della gloria a tempo record. E prima che un sogno diventi incubo, è meglio tenersi stretta la realta.
(Fabio Massimo Splendore - Corriere dello Sport-Stadio - aprile 2003)